
Il Pranayama, l’arte yogica del respiro, conduce al controllo delle emozioni e conseguentemente alla calma mentale, alla stabilità e alla concentrazione. Il pranayama è un ponte che aiuta i praticanti yoga a uscire dal regno del semplice sviluppo fisico per entrare in quello dello spirito.
Il Pranayama è un prolungamento cosciente dell’inalazione, ritenzione ed esalazione del respiro. L’inalazione è l’atto di ricevere l’energia primordiale sotto forma di respiro, la ritenzione si ha quando il respiro viene trattenuto allo scopo di assaporare tale energia e nell’esalazione tutti i pensieri e le emozioni si svuotano con il respiro.
L'esecuzione corretta di esercizi di Pranayama apporta diversi benefici: oltre alla calma mentale, controllo delle emozioni, incremento di concentrazione e memoria, anche a livello organico abbiamo diversi benefici come aumento della capacità polmonare, miglioramento dell'apparato cardio circolatorio e delle funzioni di digestione ed eliminazione.
Per un principiante ciò che è importante sapere sono gli effetti di una maggiore focalizzazione sull'inspirazione, sull'espirazione o sulla ritenzione del respiro.
L'inspirazione è la fase in cui riceviamo energia ed è quindi una fase in cui si stimola l'organismo, si elimina il torpore, e si energizza corpo e mente. E' utile aumentare i tempi di inspirazione se soffriamo di pressione bassa, asma, se tendiamo a stati depressivi o semplicemente nei giorni in cui siamo più tristi.
L'espirazione è la fase in cui eliminiamo le tossine, prima tra tutti l'anidride carbonica ed è una fase che calma nervi e cervello. A livello emotivo crea umiltà e acquieta l'ego. E' utile aumentare i tempi di espirazione se si hanno disturbi cardiaci, se si soffre di ipertensione o si è nervosi o tendenti a stati d'ansia.
La ritenzione, in sanscrito KUMBAKA (parola che significa "vaso") è di 2 tipi: ritenzione a polmoni pieni (quindi prendiamo aria e tratteniamo il respiro) o a polmoni vuoti (espiriamo e tratteniamo). In questa fase l'energia si distribuisce nel corpo e generalmente è in questa fase si crea una sorta di "sospensione mentale" in cui siamo più calmi (ed anche a livello organico il battito cardiaco rallenta) ma la ritenzione a polmoni pieni andrà ad accetuare gli effetti dell'inspirazione mentre la ritenzione a polmoni vuoti andrà ad accentuare gli effetti dell'espirazione.
Esistono numerosi Pranayama, ognuno con proprie funzioni e benefici. Ai principianti consiglio di iniziare da sdraiati con l'ascolto del proprio respiro. Iniziate poi a portare il respiro nel basso addome spingendo il diaframma verso il basso (senza gonfiare la pancia... andreste a togliere spazio ai polmoni) e percependo poi l'espansione delle coste e del petto; continuate poi lasciando andare il respiro in maniera graduale svuotando torace ed addome. Mentre inizialmente dovrete solamente cercare di eguagliare la durata di inspirazione ed espirazione piano piano potrete inizare ad inspirare più profondamente e a lasciare l'espirazione naturale per poi fare il contrario. Quando questa pratica vi risulterà facile potrete introdurre la ritenzione del respiro a polmoni pieni e poi vuoti fino ad arrivare ad una respirazione "quadrata" (in cui tutte le fasi hanno egual durata, ad esempio: 4 secondi inspiro, 4 secondi trattengo a polmoni pieni, 4 secondi espiro, 4 secondi trattengo a polmoni vuoti).
In qualsiasi momento la pratica vi risulti scomoda, si presenti qualsiasi disagio o fastidio (come tensione agli occhi, alle orecchie, fatica nel respirare) interrrompete e respirate in maniera normale e non controllata.
Lettura consigliata: Teoria e Tecnica del Pranayama di B.K.S. Iyengar.
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